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INDEPENDENCE ON MY SKIN di Erik Messori

From 29.04.2023 18:00 until 29.04.2023 19:30
Posted by Paola Vergnani
Categories: MOSTRE
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Erik Messori, fotoreporter innamorato dell’Irlanda del Nord e della sua storia ribelle e incendiaria, arriva a Belfast nel 2013. Il paesaggio urbano che lo accoglie mostra ancora sui muri le tracce di quel passato violento. Erik si muove tra i murales che raccontano la storia recente della città e dei suoi eroi, come quello che ritrae Bobby Sands, l’indipendentista che nel 1981, insieme ad altri nove compagni, si lasciò morire di fame nel carcere di Long Kesh portando alle estreme conseguenze la protesta contro Margareth Thatcher che si era rifiutata di concedere loro lo status di prigionieri politici.
Sui muri dei quartieri nazionalisti resistono ancora le vecchie scritte dell’IRA (Irish Republican Army, l’esercito della Repubblica Irlandese), accanto ai nuovi graffiti sparati con lo spray, che parlano di sommosse e disordini, come quelli di Ardoyne nel 2001, in risposta agli Orangemen lealisti che il 12 luglio festeggiavano l’anniversario della conquista definitiva dell’Ulster da parte di King “Bill” of Orange nel 1692.
Oggi nelle strade di Belfast i carri armati britannici sono solo un lontano ricordo. Soprattutto dopo gli accordi di pace del 1998 e dopo il cessate il fuoco, nel 2005, della Provisional IRA, l’ultima formazione indipendentista ad abbandonare le armi: da quel momento vige una tregua tutt’ora in atto.
Per qualcuno, tuttavia, la memoria di quelle battaglie è dura a morire. Come per i repubblicani dissidenti, che considerano i trattati di pace un tradimento e continuano a coltivare il sogno di un’Irlanda unita e indipendente, senza alcun compromesso con il nemico. Tra di loro ci sono anche i soggetti che Erik ha ritratto con il suo obiettivo: uomini e donne che quella storia l’hanno vissuta e pagata a caro prezzo sulla propria pelle, lottando in prima fila, magari arruolandosi nelle file dell’IRA.
Independence on my Skin è fatto di scatti nudi e crudi nei bagni dei pub, spesso di fretta, per paura di essere visti. Scatti clandestini eseguiti di notte, in abitazioni sconosciute, sfidando il pericolo di essere scoperti e la diffidenza spesso pericolosa di chi si sente ancora minacciato da un dominio meno evidente che in passato, ma sempre presente tramite l’MI5, l’intelligence militare britannica.